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Allevamento Informazioni sullo selezione, informazioni su cuccioli e cucciolate. |
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22-02-2005, 18:34 | #21 |
Senior Member
Join Date: Sep 2003
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Posts: 1,869
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Ma allora che ci fai ancora qui??? In privato potrei darti alcuni indirizzi interessanti!! PS:non sono impazzita io...sopra c'era un messaggio che ora non c'è più,suppongo eliminato dai moderatori (che hanno fatto bene)...io peròl non so come si leva questo mio.
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Federica Stefano Filippo Kira e Wasat |
22-02-2005, 19:05 | #22 |
Junior Member
Join Date: Feb 2004
Posts: 315
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Questo e uno di quei temi che mi piace particolarmente, anche perchè con i mezzi a disposizione che ormai la genita ci offre ci sarebbe tanto da discutere sopratutto da quello che ho letto su: http://<u>www.ciaopet.com/risorseSot...zione=1288</u> ma ci vorrebbe un genetista per approfondire ma da quello che si capisce lo studio del dna ci permetterà in un futuro non troppo lontano di conoscere quali saranno le patologia e le caratteristiche della prole dei rispettivi riproduttori.
cmq allego uno scritto recente di un allevatore (José María Guilabert Martínez, intervista su amoreiboxer) Le qualità che si vedono e le qualità che si trasmettono. Fenotipo e genotipo. È possibile sviscerare questo dilemma della genetica ed applicarlo al miglioramento e selezione della razza? Cominciamo descrivendo i due termini. Il fenotipo di un individuo è tutto l'insieme di caratteristiche, tanto che le qualità come i difetti che si manifestano, riguardino la bellezza, il carattere o altri aspetti. Il genotipo, tuttavia, è tutto quel patrimonio genetico, o "carico" genetico, completamente invisibile, che realmente si trasmette da una generazione ad un'altra. In questo modo possiamo definire il fenotipo come l'interpretazione visibile del genotipo, condizionato dai fattori esterni che influiscono dal momento della concezione. Come possiamo immaginare trovare il cane più adeguato per la razza non è facile. Questo poiché due individui, con un carico genetico differente, possono essere molto simili a causa dell'influenza di questi fattori esterni e, a sua volta, può capitare che altri due individui con un genotipo simile si mostrino molto distinti a causa di detti fattori. Dunque come possiamo trovare la risposta a questo problema? La prima risorsa logica è esaminare la genealogia e i gruppi familiari dell'individuo. Dobbiamo studiare le qualità che possiede e vedere se anche queste erano predominanti nei suoi ascendenti, se le trasmette ai suoi discendenti e se il resto dei gruppi familiari, fratelli, zii e cugini come i suoi propri figli, sono altrettanto capaci di trasmetterle in considerabile misura. Così sembra che possiamo trascurare il fenotipo di un cane e basarci esclusivamente sul genotipo; ma questo non è del tutto certo. Qualunque allevatore con anni di esperienza ti potrà dire la stessa cosa: due individui eccellenti possono avere una discendenza brutta, ma due individui “carenti” non potranno mai arrivare ad avere una buona discendenza. La gran maggioranza di cani vincitori sono discendenti a loro volta di altri campioni, sia per linea paterna, materna o per entrambe. Richard Tomita, titolare dell'affisso Jacquet, uno degli allevatori americani più vincenti negli Stati Uniti , con più di 200 campioni, puntualizza così: "La maggioranza degli allevatori responsabili non utilizzerà come riproduttore un maschio senza titoli a meno che non abbia qualità importanti da offrire". Quindi utilizzare nell’allevamento un maschio ed una femmina con un fenotipo eccellente e con genetica forte ed importante, assicurerà una fantastica cucciolata? Purtroppo non è sicuro, perché insieme ai caratteri positivi si ereditano anche i negativi, e non sapremo mai in anticipo se questi possono imporsi sulle buone qualità o viceversa. Un'altra risorsa, praticamente impossibile da usarsi nei cani, almeno fino al giorno d’oggi, ma che può risultare di un certo aiuto conoscerlo, è il progeny-test. Questo consiste in un allevamento selettivo d’elite, selezionando l'individuo genotipo in base ad un fenotipo perfetto: il suo fenotipo, quello dei suoi fratelli e dei suoi figli, scartando pertanto quello in cui collaterali o discendenti mostrano aspetti negativi. Questo supporrebbe il controllo esaustivo di dozzine e dozzine di cucciolate, proprie e non, per un lungo periodo. Solo così si otterrebbe più o meno un controllo ragionevole del progeny-test dell'esemplare eletto, confrontandolo con l'esame genealogico e dei gruppi familiari descritto in precedenza. Una terza risorsa compatibile con i due primi è l'eterozigosi. Questa fa sì che le capacità produttive e fisiche dei figli siano superiori a quelle dei genitori. Ma, come arriviamo ad ottenere individui nei quali si manifesti l'effetto eterozigotico? Primo bisogna definire e differenziare chiaramente varie linee familiari con alcune caratteristiche specifiche e senza nessun tipo di consanguineità tra sé. Dopo questo, passeremo a realizzare più o meno incroci in consanguineità stretta tra gli individui di dette linee, con grande attenzione a non cadere nei problemi propri relativi a questo tipo di incroci come la depressione consanguinea, l'omozigosi o il fissare la forma irrimediabile dei caratteri negativi dovuto alla manifestazione dei geni recessivi nella discendenza. Dobbiamo cercare giusto il contrario, approfittare dei vantaggi degli incroci consanguinei e selezionare gli individui nei quali si sono fissati e meglio si manifestano le virtù positive di questa linea di sangue. Trovati già questi individui, incroceremo quelli di una linea con quelli delle altre per ottenere così individui che manifestino eterozigosi. Fra tutti gli incroci dobbiamo selezionare solo quelli che producono risultati eccellenti ed utilizzare quella linea di razza con gli esemplari che meglio manifestano detto effetto. Sottolineo di nuovo i pericoli dell'insistenza negli incroci in consanguineità. Una semplice soluzione per non cadere in questi problemi è utilizzare qualche esemplare eccellente di un'altra famiglia per rinfrescare il sangue della nostra. Non cadiamo nell'errore di pensare che siamo gli unici o i migliori. Non preoccupiamoci di utilizzare maschi giovani o adulti, sempre ovviamente scegliendo ragionevolmente per l’allevamento, perché il genotipo è esattamente lo stesso durante tutta la vita del cane. Per concludere il solo consiglio è essere coerenti e responsabili abbracciando totalmente il tema dell’allevamento consapevoli degli apporti positivi e negativi che possiamo trasmettere alla razza, sapere che questo non si basa solo sulla bellezza, ma anche sul carattere e sulle attitudini, dobbiamo essere onorati di allontanare dall’allevamento i caratteri che manifestano importanti gradi di qualunque tipo di malattia ereditaria, come la displasia di anca, la spondilosi od un altro tipo di problema che abbiamo convenienza a sradicare[/url] |
22-02-2005, 22:48 | #23 |
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Complimenti ragazzi se non avessi digitato l'indirizzo "wolfdog.org" avrei creduto di essere su un sito della scientifica.........
Comunque se volete la mia io preferisco la fiaba del brutto anatroccolo dove il cagnolino più brutto e più piccolo diventa il cane più bello della cucciolata...... Alla fine è sempre così!!! Ma a noi che importa, l'importante è che ci voglia bene e non ci sbrani...... CIAO!!! |
22-02-2005, 22:52 | #24 |
Junior Member
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Le qualità che si vedono e le qualità che si trasmettono. Fenotipo e genotipo.
È possibile sviscerare questo dilemma della genetica ed applicarlo al miglioramento e selezione della razza? Cominciamo descrivendo i due termini. Il fenotipo di un individuo è tutto l'insieme di caratteristiche, tanto che le qualità come i difetti che si manifestano, riguardino la bellezza, il carattere o altri aspetti. Il genotipo, tuttavia, è tutto quel patrimonio genetico, o "carico" genetico, completamente invisibile, che realmente si trasmette da una generazione ad un'altra. In questo modo possiamo definire il fenotipo come l'interpretazione visibile del genotipo, condizionato dai fattori esterni che influiscono dal momento della concezione. Come possiamo immaginare trovare il cane più adeguato per la razza non è facile. Questo poiché due individui, con un carico genetico differente, possono essere molto simili a causa dell'influenza di questi fattori esterni e, a sua volta, può capitare che altri due individui con un genotipo simile si mostrino molto distinti a causa di detti fattori. Dunque come possiamo trovare la risposta a questo problema? La prima risorsa logica è esaminare la genealogia e i gruppi familiari dell'individuo. Dobbiamo studiare le qualità che possiede e vedere se anche queste erano predominanti nei suoi ascendenti, se le trasmette ai suoi discendenti e se il resto dei gruppi familiari, fratelli, zii e cugini come i suoi propri figli, sono altrettanto capaci di trasmetterle in considerabile misura. Così sembra che possiamo trascurare il fenotipo di un cane e basarci esclusivamente sul genotipo; ma questo non è del tutto certo. Qualunque allevatore con anni di esperienza ti potrà dire la stessa cosa: due individui eccellenti possono avere una discendenza brutta, ma due individui “carenti” non potranno mai arrivare ad avere una buona discendenza. La gran maggioranza di cani vincitori sono discendenti a loro volta di altri campioni, sia per linea paterna, materna o per entrambe. Richard Tomita, titolare dell'affisso Jacquet, uno degli allevatori americani più vincenti negli Stati Uniti , con più di 200 campioni, puntualizza così: "La maggioranza degli allevatori responsabili non utilizzerà come riproduttore un maschio senza titoli a meno che non abbia qualità importanti da offrire". Quindi utilizzare nell’allevamento un maschio ed una femmina con un fenotipo eccellente e con genetica forte ed importante, assicurerà una fantastica cucciolata? Purtroppo non è sicuro, perché insieme ai caratteri positivi si ereditano anche i negativi, e non sapremo mai in anticipo se questi possono imporsi sulle buone qualità o viceversa. Un'altra risorsa, praticamente impossibile da usarsi nei cani, almeno fino al giorno d’oggi, ma che può risultare di un certo aiuto conoscerlo, è il progeny-test. Questo consiste in un allevamento selettivo d’elite, selezionando l'individuo genotipo in base ad un fenotipo perfetto: il suo fenotipo, quello dei suoi fratelli e dei suoi figli, scartando pertanto quello in cui collaterali o discendenti mostrano aspetti negativi. Questo supporrebbe il controllo esaustivo di dozzine e dozzine di cucciolate, proprie e non, per un lungo periodo. Solo così si otterrebbe più o meno un controllo ragionevole del progeny-test dell'esemplare eletto, confrontandolo con l'esame genealogico e dei gruppi familiari descritto in precedenza. Una terza risorsa compatibile con i due primi è l'eterozigosi. Questa fa sì che le capacità produttive e fisiche dei figli siano superiori a quelle dei genitori. Ma, come arriviamo ad ottenere individui nei quali si manifesti l'effetto eterozigotico? Primo bisogna definire e differenziare chiaramente varie linee familiari con alcune caratteristiche specifiche e senza nessun tipo di consanguineità tra sé. Dopo questo, passeremo a realizzare più o meno incroci in consanguineità stretta tra gli individui di dette linee, con grande attenzione a non cadere nei problemi propri relativi a questo tipo di incroci come la depressione consanguinea, l'omozigosi o il fissare la forma irrimediabile dei caratteri negativi dovuto alla manifestazione dei geni recessivi nella discendenza. Dobbiamo cercare giusto il contrario, approfittare dei vantaggi degli incroci consanguinei e selezionare gli individui nei quali si sono fissati e meglio si manifestano le virtù positive di questa linea di sangue. Trovati già questi individui, incroceremo quelli di una linea con quelli delle altre per ottenere così individui che manifestino eterozigosi. Fra tutti gli incroci dobbiamo selezionare solo quelli che producono risultati eccellenti ed utilizzare quella linea di razza con gli esemplari che meglio manifestano detto effetto. Sottolineo di nuovo i pericoli dell'insistenza negli incroci in consanguineità. Una semplice soluzione per non cadere in questi problemi è utilizzare qualche esemplare eccellente di un'altra famiglia per rinfrescare il sangue della nostra. Non cadiamo nell'errore di pensare che siamo gli unici o i migliori. Non preoccupiamoci di utilizzare maschi giovani o adulti, sempre ovviamente scegliendo ragionevolmente per l’allevamento, perché il genotipo è esattamente lo stesso durante tutta la vita del cane. Per concludere il solo consiglio è essere coerenti e responsabili abbracciando totalmente il tema dell’allevamento consapevoli degli apporti positivi e negativi che possiamo trasmettere alla razza, sapere che questo non si basa solo sulla bellezza, ma anche sul carattere e sulle attitudini, dobbiamo essere onorati di allontanare dall’allevamento i caratteri che manifestano importanti gradi di qualunque tipo di malattia ereditaria, come la displasia di anca, la spondilosi od un altro tipo di problema che abbiamo convenienza a sradicare[/url] BENE RILEGGENDO BENE QUESTA BELLISSIMA DICHIARAZIONE....... VIENE DA CHIEDERMI: Ma esiste un allevatore che prima di accoppiare due cani segue tutto ciò........Mhhhhhhh |
22-02-2005, 23:36 | #25 | |
Junior Member
Join Date: Mar 2004
Posts: 26
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Quote:
Il titolo della discussione era "selzionione di razza" non "allevare una razza" ...quindi il percorso e ben diverso. Credo che Alastor chiedeva questo, se ho preso tutto troppo alla lettera me ne scuso ....ma non credo. Saluti Luca Campisi |
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