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Old 02-04-2004, 12:36   #2
arnaldo_it
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ciao alessandra,
secondo gli studiosi il carattere dipende in minima parte dalla genetica e in massima parte dall'ambiente (pare 20% - 80%, ma in fondo qualche punto di percentuale non fa molta differenza)

La parte genetica ovviamente influisce sui valori medi di una razza. La cosiddetta MR, Memoria di Razza, fa sì che ci siano delle differenze tra un dobermann, un pastore tedesco, un irish wolfhound per esempio.

Le doti caratteriali che influenzano il comportamento, in primis il temperamento (velocità di reazione agli stimoli di qualsivoglia natura) dipendono anche da aspetti psicofisiologici e cioè dalla cosiddetta costellazione endocrina (insieme delle ghiandole a secrezione interna) che oltre a generare un tipo morfologico diverso, influenzano anche alcuni tratti del comportamento.

Posto dunque che ci si possa apsettare che un dobermann si comporti come tale e non come un labrador, e posto che una femmina non abbia comportamenti maschili (ma non sempre è vero ovviamente) almeno per quanto riguarda MR e genere, quando andiamo a ragionare di ambiente, in effetti ragioniamo di ... tutto.

Ambiente è la cuccia, l'aria, il pavimento, il giardino, l'expo canina, il padrone, l'alimentazione, la mamma, il papà, gli eventuali altri cani e chi più ne ha più ne metta.

E' facilmente riscontrabile, nelle campagne, che laddove ci sono padroni socievoli e accoglienti anche i cani sono allegri. Viceversa laddove esistono padroni schivi, scostanti, a volte poco amichevoli, anche i cani tendono all'aggressività.

E' bene per esempio, evitare l'accoppiamento tra un soggetto particolarmente timoroso ed uno con aggressività di un certo livello perchè c'è il rischio elevato che invece di una media (selezione per compensazione) si ottenga la miscela peggiore: cane pauroso e aggressivo. (sull'argomento esistono diversi articoli e pubblicazioni di Piero Alquati, giudice selezionatore del pastore tedesco)

Naturalmente all'interno di una cucciolata ci sono comportamenti diversi e questo ci conferma come la variabilità genetica non sia facilmente prevedibile. Cani socievoli e non, di bassa aggressività e non, possono comparire in un'unica cucciolata. Ovviamente anche in questo caso andrebbe valutato cosa c'è alle spalle, anche se andare lontano nella genealogia (5 generazione e oltre) non serve a molto in selezione (a parte alcuni difetti recessivi di cui si è parlato) perchè i pregi e i difetti si diluiscono molto.

Il carattere delle femmine, come spiega anche Pageat, dipende molto dalla mamma: una mamma ansiosa, agitata, diffidente, tenderà a trasmettere questo con facilità alle figlie femmine.

Il comportamento degli adulti può senz'altro influenzare quello dei piccoli, infatti la mimesi o imitazione è uno dei modi per apprendere.
Quindi se ho un soggetto tranquillo che mi si avvicina, anche i cuccioli tendono a seguirlo, se viceversa ho un soggetto che si agita, non sta fermo e magari si intromette ogni volta che i cuccioli si avvicinano, questi tenderanno a restare più lontani (sempre con le dovute eccezioni ovviamente, ma ancora una volta entrano in gioco le doti caratteriali del soggetto singolo e non della media).

Tra queste, una dote che in natura non ha molto senso, è la Tempra. Capacità di sopportare e superare stimoli negativi senza riportarne conseguenze che ne modifichino il carattere in modo evidente e permanente.
E' chiaro che se parliamo di cane da lavoro in UD, la tempra diviene in estrema sintesi, la capacità di sopportare l'attacco del figurante senza darsela a "gambe" (cosa che ho visto fare anche a cani in IPO3).
Quindi un cane che teme l'uomo ha poca possibilità di eccellere.

Ma se parliamo di un levriere tutto questo non ha senso. Per i lupi ancora meno: essi girano alla larga dall'uomo ma lottano con un alce per la sopravvivenza per esempio.

Ti ringrazio per aver posto il quesito e spero in altri contributi ovviamente.
dal momento che l'argomento è molto interessante.

Arnaldo
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