SCUSATE IL RITARDO DI RISPOSTA, MA MI COLLEGO SEMPRE E SOLO AL LAVORO, A CASA NON NE VOGLIO PROPRIO SENTIR PARLARE DI COMPUTER O INTERNET, PROPRIO PER QUESTO, INFATTI, NON HO MESSO NEMMENO LA LINEA TELEFONICA!
DA BUONA TRENTINA SONO UN PO' ORSA ANCH'IO!
CIRCA LA FAMIGLIA DI MATHIAS DIREI CHE SAREBBE PROPRIO BELLO MANIFESTARE IN GRANDE IL DISSENSO E LO SGOMENTO, MA IO PARLO DA "COMODA" SONO VICINA ... SIETE VOI CHE DOVETE SPUPAZZARVI DEI CHILOMETRI..... PER ME SARA' AL MASSIMO UN'ORA DI MACCHINA, QUINDI MI RIMETTO ALLE VOSTRE DECISIONI.
CONTINUEREI, QUINDI, CON I SONDAGGI RELATIVI A DELLE DATE PER VEDERE CHE NUMERI RIUSCIAMO A FARE.
VOLEVO RISPONDERE A SERENA E A CHI è INCURIOSITO RELATIVAMENTE ALL'ALTRA STORIA TERRIBILE DI QUESTI GIORNI.... QUINDI PER CRONACA RIPORTO L'ARTICOLO APPARSO SULL'ADIGE:
LEVICO - Diciamolo subito, Marco Conci, non accusa Edoardo Carotta, il pastore di Barco al quale un cane venerdì scorso ha ucciso nove pecore e tre agnelli. Ma c'è anche questa ipotesi: qualcuno, sabato scorso, potrebbe, diciamo così, aver pensato di vendicarle ammazzandogli Pilo, un husky meticcio di dieci anni, con una fucilata. «Alle nove di sera i miei genitori - racconta Conci - hanno sentito un colpo secco, ma hanno pensato ad un petardo. A mezzanotte è rientrata a casa mia sorella e si è accorta che il cane era morto. Ucciso da una fucilata». Dove si trovava? «In cortile, legato alla catena. Qualcuno è entrato nella proprietà e gli ha sparato con un fucile da caccia al cuore. La povera bestia era piena di pallini». Lo abbiamo già detto, Marco Conci, che abita a poca distanza dal pastore non lancia accuse. Il suo cane era dello stesso tipo di quello che ha compiuto la strage di pecore nella notte di venerdì «è vero - dice - ma non è stato il mio. Carotta lo ha visto e quindi sa che non è stato il mio. C'è un altro husky meticcio qui vicino. Conosco quel ragazzo e, ripeto, non lo accuso. Qualcuno può aver approfittato della situazione per sparare al mio cane». Lei ha sospetti? «Questo è un paese di cinquecento anime e quindi ci si conosce tutti. Sì, sospetti ne ho. Penso che possa essere stato qualcuno dell'ambiente dei cacciatori. Di un certo tipo di cacciatori. Ci sono i pallini, abbiamo recuperato le cartucce che abbiamo portato ai carabinieri i quali però ci hanno detto che non possono fare molto». Insomma, qualcuno ha sparato a questa povera bestia, mentre si trovava legata alla catena, nel cortile di casa. Un fatto grave che ha il sapore dell'intimidazione. «E non è la prima volta che succede - racconta ancora Conci -. Lo scorso anno al mio husky hanno sparato un colpo di pistola alle due del pomeriggio in paese. Il cane era uscito per qualche minuto qua attorno ed è rientrato a casa zoppicante. Ho pensato che avesse preso una distorsione e l'ho portato dal dottor Monsorno che gli ha fatto le radiografie ed si è visto che nella zampa aveva conficcato un proiettile 7,65!» Un colpo di pistola? «Sì, un colpo di pistola. Anche quello un fatto grave. Vuol dire che c'è in giro qualcuno armato che spara agli animali, ma che, evidentemente, potrebbe, in caso di lite, sparare anche ad una persona. Questa volta invece il cane me l'hanno ammazzato. Non do la colpa al pastore, dico solo che se lui c'è rimasto male per le sue pecore uccise anch'io sto male per il mio cane. Se avesse fatto una strage di pecore l'avrei fatto sopprimere perché sarebbe stato pericoloso, ma l'atto che qualcuno ha fatto sabato sera è grave e barbaro». B.Z.
VALENTINA E MISHA
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