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littlewolf 08-02-2010 20:29

Lupi della Majella
 
Una buona notizia...

http://www.repubblica.it/ambiente/2010/02/08/foto/lupo-2226894/1/

vi sembrano tutti lupi appennici?

sciamalaia 08-02-2010 21:12

Mmh... non direi...

valentina 10-02-2010 10:37

Al via il progetto «WolfNet» per il coordinamento delle politiche di tutela della spe
 
l'articolo presente sul corriere della sera on line
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Al via il progetto «WolfNet» per il coordinamento delle politiche di tutela della specie
Il ritorno del lupo, ora non fa più paura
Si ripopolano i branchi nel Parco della Majella. Merito dell'intesa con gli allevatori e della lotta al bracconaggio
MILANO - Il problema, per certi versi, è Cappuccetto Rosso, la prima fiaba che si impara da bambini. Lì dentro, nelle parole raccontate da Perrault e dai fratelli Grimm, il lupo è decisamente cattivo. Anzi, è il cattivo per antonomasia, le ha tutte lui: subdolo, crudele, perfido, insaziabile. Tutto forse parte da lì. E da credenze e falsi miti attorno a questo predatore che si sono tramandati nel tempo. Ma il lupo, fuori dalle favole, è anche e soprattutto un anello importante della catena alimentare di diverse regioni italiane e l'immagine negativa che si è portato appresso per tanti, troppi, anni ha fatto sì che nella storia sia stato spesso considerato una minaccia, per l'uomo e per il suo bestiame. E di conseguenza da eliminare. In alcuni casi lo sterminio è riuscito e in diverse aree la sua scomparsa ha provocato uno sviluppo incontrollato di quelle che sono sempre state le sue prede, con uno squilibro che ha poi avuto ripercussioni anche sulla vita dell'uomo.
INVERSIONE DI TENDENZA - A volte, però, ci sono anche le notizie positive. E in questo 2010 anno dedicato dall'Onu alla difesa della biodiversità, dal Parco nazionale della Majella, in Abruzzo, arriva l'annuncio che lascia ben sperare: il lupo è tornato. Nella riserva abruzzese sono stati censiti dodici branchi per un totale di un'ottantina di lupi. Tra i primi in Italia a mettere in atto un sistema di sorveglianza sanitaria sulla fauna selvatica, il Parco della Majella ha lavorato negli ultimi anni per raggiungere l'obiettivo di una serena convivenza tra i lupi e le popolazioni locali. «Nei 75 mila ettari del suo territorio protetto, negli ultimi 7-8 anni il conflitto con il settore zootecnico si è trasformato in gestione collaborativa del rapporto uomo-lupo - spiegano dalla sede di Badia Morronese, presso Sulmona -. Indennizzi economici, incentivi per l'adozione di misure di prevenzione, attività investigativa sul controllo delle morti illegali, sistemi di controllo e monitoraggio del lupo altamente tecnologici come la radiotelemetria satellitare hanno permesso di abbattere la mortalità del bestiame e di migliorare il rapporto tra lupi e allevatori». I radiocollari consentono di seguire gli spostamenti dei lupi fino a 12 volte al giorno e di intervenire in caso di un loro avvicinamento eccessivo alle mandrie.
TUTELA E CONTROLLO - Il parco della Majella, assieme a quello delle Foreste Casentinesi e a quello del Pollino e ad una serie di altri enti territoriali, sta promuovendo anche un progetto Life (che usufruisce del sostegno dell'Unione Europea) per il coordinamento delle misure di monitoraggio del lupo sugli Appennini. «Wolfnet», così si chiama, sarà presentato venerdì a Sulmona in occasione del workshop che darà il via all'iniziativa. L'operazione mira a tutelare da un lato la sopravvivenza della specie (ad esempio con interventi contro il bracconaggio o con una maggiore protezione dei territori in cui vivono nei periodi riproduttivi e alle diverse fasi del ciclo biologico della specie), dall'altro alla messa a punto di di politiche di controllo e di contenimento che rendano sempre più compatibile la convivenza al fianco di realtà urbanizzate.
MODELLO DA ESPORTARE - L'obiettivo è inoltre quello di esportare un modello di gestione, sostenibile sul lungo termine e rimodulato sulle caratteristiche locali ecologiche e socio-economiche, all'interno di altre aree protette e territori non protetti della rete Appennino Parco d'Europa. Per realizzare il progetto, che ha un costo complessivo di un milione e 600 mila euro di cui un milione finanziati da Bruxelles, saranno tra l'altro sviluppate nuove procedure di accertamento dei danni causati dai lupi agli allevamenti e creati gruppi operativi specialistici composti anche da veterinari che avranno il compito di effettuare attività diagnostiche e medico-legali e attività investigative di contrasto alla persecuzione illegale nei confronti del lupo. «I danni causati al bestiame domestico sono uno dei motivi principali per i quali i grandi carnivori, orsi e lupi in particolare, sono stati perseguitati per secoli. L'approvazione del progetto Life Wolfnet - spiega il direttore del parco Nicola Cimini - rappresenta il coronamento delle attività intraprese negli ultimi anni dal Parco nazionale della Majella con impegno e professionalità sulle problematiche della coesistenza lupo-uomo». (dal corriere on line)

valentina 10-02-2010 10:39

sempre dalla pagina del corriere dove c'era l'articolo che ho postato sopra, si viene re-indirizzati su questo link per ulteriori informazioni

http://www.parcomajella.it/bio_fauna...ppenninico.asp


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