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Old 15-09-2010, 17:02   #14
valentina
e la zecca Misha
 
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qualche anno fa chiesi ad alcuni amici di scrivere degli articoli (che avrei dovuto pubblicare su un giornalino che poi non fu più stampato),
tra le varie esperienze di affidi - adozioni, lavori, salute - chiesi anche a persone che facevano PC

visto che ho conservato l'articolo perchè mi sembrava davvero bello, togliendo le indicazioni dello scrittore (credo sia corretto), lo posto qui, almeno sarà una piccola contropartita per la fatica nello scrivere ed esternare le proprie emozioni

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Quando penso a quale sia il requisito fondamentale che dovrebbe avere una futura unità cinofila mi viene in mente una sola risposta: un’infinita dose di volontà e pazienza. Solo questo può spingere qualcuno a dedicare tutto il tempo libero all’addestramento del proprio cane in funzione di un compito di pubblica utilità anzi, mi correggo: solo questo spinge qualcuno ad usare ogni minuto del suo sudatissimo e preziosissimo tempo libero per fare un secondo lavoro con il proprio cane.
Perché è questo che significa affrontare questo tipo di addestramento: fare un secondo lavoro per il quale non sei nemmeno pagato.

La mia esperienza è iniziata poco più di un anno fa: all’inizio volevo solamente prendere un cane e lavorarci. Non avevo le idee molto chiare perciò cercavo di informarmi sulle attività che avrei potuto svolgere in modo da capire quale era adatta a me (e viceversa), così prima del cane mi misi alla ricerca del campo di addestramento. Volevo trovarne uno serio e conoscere persone preparate e competenti.
Questa fu il primo, enorme ostacolo.
Ero assolutamente inesperta, non avevo idea di cosa cercare o cosa scartare quindi cominciai ad informarmi, a chiedere, a visitare fino a quando, per puro caso, capitai nei pressi di una dimostrazione di un gruppo di cinofili, rimasi colpita soprattutto dall’atteggiamento positivo dei cani, dal fatto che fossero così educati e così “seri”.
Dopo qualche mese mi sono messa in contatto con il responsabile il quale mi ha spiegato a grandi linee in cosa consisteva il suo lavoro: preparare unità cinofile per esigenze di pubblica utilità
in particolare ricordo una sua frase che allora mi ha colpita molto e, se mai ce ne fosse bisogno, mi ha convinta ancora di più di aver trovato il posto giusto: mi disse che poteva parlarmi per ore, ma per farmi un’idea non c’era di meglio da fare che assistere alle lezioni.
Ovviamente ho ascoltato il suo consiglio e per qualche settimana ho frequentato il posto e assistito alle lezioni. Dopo diverse sere passate ad osservare i cani (loro non mentono mai!) e l’istruttore ho deciso che era il posto adatto a noi.
Sottolineo l’importanza della disponibilità che ho incontrato perché credo che sia una cosa fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi alla cinofilia: se vi rivolgete ad un campo di addestramento e chi insegna si dimostra restio a mostrarvi le lezioni drizzate le orecchie e approfondite la questione, se non ottenete risposte soddisfacenti, cambiate aria. Non c’è nessun segreto di stato, se qualcuno non vuole farsi vedere significa che ha molto da nascondere. Non tutti sono onesti, e quando non si è ben preparati si rischia di finire in mano a spillasoldi o peggio, macellai. E siccome è sempre il cane a pagarne le conseguenze tenetelo sempre presente.

L’impegno che ho assunto è grande: più volte alla settimana percorriamo diversi km che separano casa dal campo, sgobbiamo per un paio d’ore e rientriamo.
All’arrivo i cani vengono lasciati liberi per la fase di socializzazione durante la quale l’istruttore ed i conduttori vigilano affinché il proprio cane tenga un comportamento educato e rispettoso; per il lavoro che andremo a fare è importantissimo che i cani sappiano stare assieme tranquillamente e senza screzi.
Ci siamo preparati per la ricerca di dispersi in superficie ma poi abbiamo proseguito con altri ambiti specifici di specializzazione.
E'una strada molto lunga si deve fare tantissimo lavoro: tante ripetizioni, tante ore passate a provare e riprovare, tantissimi rientri a casa con in testa l’immagine del tuo cane che invece di cercare raccoglie i sassi per terra e te li riporta scodinzolante e felice con scritto “giochiamo?” e tu che pensi “ma cosa ci faccio qui? Chi me lo fa fare?”
ricordo i primi platz liberi: Istruttore: “platz, lasciate i guinzagli a terra e venite via”.
Tu metti il cane al platz, dai il resta - parti, arrivi in fondo alla parete, ti giri e il cane non c’è più…(oddio dov’è?) si è nascosto tra gli attrezzi e gli ostacoli e mentre richiami cercando di usare un tono di voce calmo, suadente, gentile ti guarda come se fossi un mostro, con due occhioni da cane maltrattato (anche se sai benissimo che non ti sei mai permesso di dare nemmeno una sberla…)..e scappa! Roba che gli altri allievi ti guardano torvo e li immagini già che allertano l’enpa o la lav…
E scusate, ma vogliamo mettere la velocità nell’esecuzione degli esercizi? Qualcuno l’ha affettuosamente soprannominato “moviola”…Ammetto che spesso chi fa l’esercizio dopo di me ritorna al suo posto prima ancora di noi..

Ma poi i mesi passano e i primi risultati arrivano. Alla sua maniera ovviamente, non scatta sull’attenti, ci vuole sempre il suo tempo per fare un platz (se lo fa troppo in fretta si rovina i gomiti) ma quando richiami a gran voce il TUO cane arriva da te - senza più andarsi a nascondere dietro gli attrezzi – e, anche se è più lento di un bradipo, almeno ascolta. Comincia anche a fare gli esercizi da solo senza essere accompagnato.
Ma la cosa più importante, la cosa fondamentale è che gli piace il suo lavoro.
I cani sono davvero strani: per mesi non riescono ad imparare un esercizio, si rifiutano, si ostinano a non volerlo fare: poi un bel giorno, di punto in bianco, lo fanno e tu rimani lì, interdetta, indecisa se festeggiarla o strozzarla.
Però, diciamola tutta: in questi momenti apprezzi veramente gli sforzi che hai fatto e ti senti un po’ meno imbranata e ti godi il momento, per lo meno fino a quando non arriverà un esercizio o qualcos’altro di nuovo da imparare.

Non ho consigli né particolari insegnamenti da dare a chi si vorrebbe avvicinare alla protezione civile o qualunque altra attività da svolgere con il proprio cane, solamente pensateci bene. Non penso che esistano cani sbagliati o completamente inadatti al lavoro, penso che sia un problema che riguarda più le persone: tante persone che hanno iniziato con noi con il tempo si sono demotivate, si sono annoiate o hanno lasciato perdere.
Succede che allievi che hanno cominciato dopo di te facciano progressi molto più in fretta e questo per molte persone è difficile da accettare, anche per noi è stato così ed è stata dura. Mesi e mesi di lavoro in cui il cane “va a farfalle”, e ci vuole una buona dose di pazienza per andare avanti, con calma poi i risultati arrivano, se si è lavorato bene e nel rispetto del cane presto o tardi i frutti si colgono.
Piuttosto bisogna rassegnarsi al fatto che l’addestramento non finisce mai, bisogna continuamente tenersi in allenamento e non si può dormire sugli allori: anche le unità cinofile più affiatate e navigate partecipano regolarmente alle lezioni finché sono in attività.
Mettete in conto anche che dovrete imparare ad obbedire ad un responsabile, a lavorare in gruppo (anche accanto a persone che possono non piacervi), a lavorare in pubblico, dovrete mettere le vostre esigenze all’ultimo posto nelle priorità.
Soprattutto dovrete essere sempre umili perché il giorno che vi sentirete arrivati e preparati farete un bel ruzzolone nella polvere.
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Valentina & MISHA & ARES
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