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Old 14-03-2011, 19:45   #19
Fede86
Entità cinofila da web...
 
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Dico la mia.

Personalmente ritengo che il rapporto tra uomo e cane (che è diverso del rapporto che si crea tra cani e ancora diverso di quello che si crea tra lupi) si basa su una miriade di fattori: fiducia, collaborazione, rispetto reciproco, capacità di comunicare a doppio senso, capacità del proprietario di soddisfare TUTTI i bisogni del cane, primari e secondari, di stimolarlo, di dargli un ruolo, di dargli una guida e di fargli comprendere e credere nella nostra capacità di giudicare e gestire le situazioni, e sì, anche sulle regole.

Resta il fatto che basare una relazione su 10 regolette è stupido e non è possibile, ma personalmente ritengo che anche le regole fanno la loro parte. Non tanto in quanto necessaria a definire i ruoli, quanto perchè plasmano il cane e creano una condizione mentale di disciplina, gli insegnano che non si può avere tutto e subito, che se aspetta i modi e i tempi del proprietario i suoi bisogni verranno soddisfatti nel migliore dei modi. Il mio cane passa dopo di me dalla porta di ingresso, per il semplice fatto che voglio uscire per prima, guardare la situazione ed evitare che un cane incazzozo finisca addosso al mio. Per lo stesso motivo giro per prima gli angoli. E' una regola, stupida forse, ma utile, insegna al cane la pazienza e l'ordine e può prevenire situazioni spiacevoli.
E così tante altre regole.

Continuo anche a credere fermamente nell'utilità della gestione di risorse e iniziative, come PARTE del tutto, di un insieme ben più ampio di aspetti di cui si deve tener conto nel creare il rapporto con il cane, ma in ogni caso a mio avviso indispensabilie. E per un motivo che va oltre la necessità di stabilire i ruoli: si torna al concetto prima espresso, il cane deve avere fiducia e consapevolezza del fatto che il padrone attento soddisferà tutti i suoi bisogni, ma deve lasciare a lui la decisione di come e quando, senza angoscia, senza ansia, senza paura di vedere una qualunque delle sue necessità non rispettate.

Il mio cane deve fidarsi del mio giudizio, se un cane lo minaccia deve fidarsi de gli dico di lasciarlo perdere, che ho tutto sotto controllo. Se ho bisogno del tuo aiuto te lo chiedo. Se senti un rumore strano avvisami, sarò poi io a giudicare se c'è da intervenire o meno. Se una situazione non ti convince guardami, so io cosa fare, non andare nel pallone.

E sono del parere che per ottenere ciò si debba agire su molteplici fronti.

Per lo meno, conosco persone capaci di gestire perfettamente un cane in apparente totale anarchia, e di ottenere con lui un rapporto invidiabile, io non sono tra questi, ho bisogno di tutti gli strumenti che posso avere a disposizione.

Detto questo, il libricino di Barry Eaton l'ho letto, e per quanto il concetto sia affascianante, trovo la sua esposizione assolutamente vergognosa, così come trovo icnoncludenti e inconsistenti le ragioni addotte per sostenere la tesi. Forse ragiono troppo da ingegnere, ma sinceramente l'ho trovato uno spreco di carta e basta. Comunque scrissi cosa penso di questo libricino a suo tempo su un altro forum, faccio prima a quotare:



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Originally Posted by Fede

Che dire? Un libricino insignificante che non vale il prezzo che costa, 42 pagine di cui 2 di bibliografia, 7 di titoli di testa e indice e 4 di “riepilogo”.

Bene.

La tesi (ovvero: “la dominanza del cane in un branco umano è solo il frutto della fervida immaginazione di noi ignoranti visionari”) è sostenuta con ragioni flebili, che si sintetizzano in una serie di “citazioni” di vari Dr.X che ci vengono propinate come “dogma di fede”, e da una serie di “supposizioni gratuite” che non vengono proprio “sostenute” in alcun modo. E nessuna delle quali rappresenta una prova concreta dell’inesistenza di una forma gerarchia in un branco misto cane-uomo.

Non viene proposta alcuna risposta alle domande che sorgono spontanee: se non c’è desiderio né tentativo di stabilire una qualche forma di gerarchia (sicuramente diversa di quella che si può stabilire in un branco di cani e ancora diversa da quella che si può stabilire in un branco di lupi) perché il cane manda segnali di dominanza o sottomissione ai membri umani del suo “branco”?

Il libro prende atto solo di alcuni di questi segnali identificandone la motivazione esclusivamente nella “guardia delle risorse” (il cane che ringhia perché difende la ciotola), contraddicendo quanto sentenziato 5 pagine prima, ovvero che in un ambiente familiare dove le risorse sono abbondanti e sempre disponibili non c’è motivo di entrare in competizione né di stabilire alcuna gerarchia (contraddirsi in un libro di 42 pagine lorde e 29 nette è da premio nobel!).

Per di più il libro (l’opuscolo) ignora totalmente (ovvero non vi accenna in alcun modo e di conseguenza non li spiega) tutti quei segnali che invece non possono essere fatti ricadere in tale schema (cani che montano o addirittura fanno pipì sul proprietario o sui suoi oggetti, cani che non tollerano di essere toccati sulla testa dal proprietario, cani che “pretendono” di essere guardati mentre mangiano, cani che “pretendono” le coccole o i giochi fino a “minacciare” il proprietario se non vengono concessi ecc ecc ecc)


I soli concetti che reputo condivisibili tra quelli espressi in questo libricino sono anche i più ovvi e scontati e non aggiungono nulla di nuovo:

1) Un cane è diverso da un lupo
2) un branco di cani è diverso da un branco di lupi.
3) Lo schienamento è una minçhi@ta.
4) Un cane non tira al guinzaglio perché dominante ma perché non educato.

Ok. Grazie per avermelo ricordato.

Il tutto poi è condito da una sottile ironia (anche questa gratuita e fuori luogo) nei confronti dei principi della “gestione delle risorse” e di tutto ciò che richiami il concetto di gerarchia (in due parole dopo aver letto questo libro mi sono sentita solo profondamente offesa e pigliata per il çulo, pertanto mi sono presa la libertà di ironizzare a mia volta).

In conclusione, resto totalmente delle mie idee:

1) Esiste una forma di gerarchia in un branco misto, per quanto differente da quella che si instaura in un branco interamente canino, e ancora divesa da quella che si instaura in un branco di lupi.

2) E' necessario segnalare al cane la nostra posizione, per quanto in maniera differente da come fanno i cani e i lupi.

3) Il cane, se lasciato fare, tenta in qualche modo di elevare il suo status all'interno di un branco misto, per sopperire all'assenza di una guida.

4) I punti 1,2,3 sono più o meno "veri" in funzione del tipo di razza (neotenia).

5) La gerarchia non è tutto, occorre pensare anche all'educazione, a stabilire un rapporto di fiducia, occorre saper comunicare col cane, occorre creare con lui un buon rapporto basato sul piacere di stare assieme e sulla collaborazione, non sulla coercizione.
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